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John Money era un criminale, padre di un'ideologia criminale.
È a causa principalmente sua se oggi abbiamo a che fare con
uomini (vedasi il caso di Lia Thomas) che si sentono autorizzati a potere accedere alle sezioni femminili degli spazi privati e degli sport, e se ci sono cliniche “mediche” che praticano operazioni irreversibili a bambini di 10 anni.
Psicologo neo-zelandese attivo in un gruppo di ricerca guidato dal dottore Henry Benjamin – fondatore della World professional association for trasgender health – John Money credeva che a definire un uomo o una donna non fosse il corpo biologico, ma il ruolo – sociale e sessuale – stereotipato in cui una persona può riconoscersi o meno. Ruolo che deriverebbe da una “identità interiore” – non innata, ma totalmente plasmabile della società – che si formerebbe nei primi 30 mesi di vita, per poi non mutare più.
Ai giorni nostri, egli è conosciuto principalmente per le vicende legate a David Rimer e alla sua famiglia. Nel 1965, rimasto castrato a causa di un incidente avvenuto durante una circoncisione, il piccolo David venne portato dai genitori dal dottor Money, che all’epoca lavorava con bambini nati con disturbi dello sviluppo sessuale (oggi chiamati intersessuali) che venivano operati
chirurgicamente per correggerne i caratteri sessuali ambigui; le operazioni servivano ad “assegnare” loro uno dei due sessi e dare così una parvenza di normalità alla loro vita. Il successivo lavoro di Money consisteva nell’aiutare i piccoli pazienti ad apprendere i
comportamenti “consoni” al loro “sesso assegnato”. E che cosa fece quando incontrò David Rimer? Ovviamente, ci vide
l’occasione perfetta per dimostrare le sue teorie sul sesso e suoi ruoli sociali; fu così che a David venne fatto credere di essere una femmina: i genitori lo vestirono come una bambina, lo spinsero a giocare con giocattoli tipicamente femminili, a usare spazi igienici femminili, e arrivarono anche a cambiare il suo nome in Brenda.
Questo esperimento però fallì miseramente: come lo stesso David raccontò, nel 2000, durante una intervista al The Ophra Winfrey Show, egli non si ritrovò mai nell’identità di Brenda, e a scuola venne anche spesso bullizzato dalle bambine per il suo comportamento e le sue preferenze mascolini. Nei suoi racconti, David afferma anche che John Money, durante le varie “visite” , costringesse lui e il suo fratello gemello Brian a intrattenersi in atti
sessuali in cui Brenda doveva assumere il ruolo femminile; atti sessuali che Money osservava masturbandosi. Tutto per inculcare l’identità femminile nel bambino prima che compisse 3 anni. A causa dei traumi subiti per via di queste esperienze, i due fratelli morirono entrambi suicida: Brian per primo, David per secondo, nel
2004. Tuttavia, John Money passò anni a decantare la riuscita di questo suo progetto (e la conseguente validità delle sue idee) ed è ancora oggi considerato un guru, un’icona non solo della rivoluzione sessuale, ma dell'intero movimento transessualista.
Un’icona che ha portato al suicidio di due ragazzini.
Simil trattamento è riservato ad Alfred Kinsey – il cosìdetto dottor Sex – altro presunto idolo formatosi negli anni della rivoluzione sessuale; Kinsey è prevalentemente celebre per la scala Kinsey, una sorta di sistema di classificazione dell’orientamento sessuale che si compone di 7 livelli: il gruppo X, a cui apparterrebbero le
persone asessuali, il gruppo 0, riservato a chi sarebbe
“esclusivamente eterosessuale”, il gruppo 6, per coloro che
sarebbero “esclusivamente omosessuali”, e vari livelli di
bisessualità nei quali – secondo Kinsey – rientrerebbe invece la maggior parte delle persone. Per giustificare la sua ricerca, Alfred Kinsey sostenne che il 46% degli uomini da lui intervistati aveva infatti affermato di avere avuto rapporti sessuali con individui di entrambi i sessi. Questo dato potrebbe anche dimostrare quanto affermato da Kinsey, se non fosse che la maggioranza dei soggetti intervistati era composta da detenuti incriminati per reati sessuali, o
individui dediti alla prostituzione. Campioni quindi non
rappresentativi della popolazione intera (perlomeno di quella statunitense).
Lavoro altrettanto famoso di Kinsey è quanto contenuto nella tabella 34, in cui sono annotati dati relativi agli atti sessuali (spesso anche violenti) in cui il dottor Sex obbligava a partecipare bambini dai 5 mesi ai 14 anni, a volte arrivando perfino a filmare tali atti per documentarli. Come riportato dal libro Kinsey, sex and fraud (1990) della dottoressa Judith Reisman, molto di quanto annotato da Kinsey nella sua tabella deriva anche dai diari di un pedofilo noto come Rex King, in cui egli descriveva gli abusi commessi sui minorenni. Nonostante questo, è proprio sui rapporti stilati da Kinsey che si basa il programma per l’educazione sessuale nelle scuole che molti vorrebbero introdurre anche qui in Italia.
La perversione dimostrata negli studi Alfred Kinsey la riportò anche nella sua stessa vita privata: era infatti un acceso sostenitore della pornografia, e amava intrattenersi a guardare altre persone praticare del sesso anche sadomasochistico, a cui delle volte obbligava a partecipare sua moglie, filmandola senza che lei lo sapesse. Tutto per, a detta sua, “liberare” la sessualità umana da ogni forma di pudore e moralismo, e per combattere l’unico vero
peccato: l'astinenza. È inoltre importante notare come, fin dal 1941, le ricerche di Kinsey furono finanziate dalla fondazione Rockfeller. Il mondo è proprio piccolo, eh?
Comunque, sia lui che John Money, figure estremamente
controverse che in vita hanno dimostrato evidenti tendenze
pedofile dovute forse al rapporto conflittuale con la rispettiva figura paterna, hanno posto le basi l'uno per l’ideologia gender e l'altro per l’oramai degenerata liberalizzazione dei costumi iniziata nel 1968. Eppure, ben pochi hanno provato, e provano tutt’ora, a contraddire le loro tesi palesemente discutibili; questo soprattutto
per quanto riguarda Alfred Kinsey, a cui negli anni ’80, all’Università dell’Indiana, venne dedicato un intero reparto di ricerca sulla sessualità umana, e che nel 2019 venne addirittura inserito fra i “50 pionieri, apripista ed eroi” sulla National LGBTQ wall of honor, presente nel monumento di Stonewall a New York.
Francesca Braga

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