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La scomparsa del sacro come supporto del sentimento religioso è uno dei tratti tipici del nostro tempo. 
Max Weber lo interpretava come un “disincanto” progressivo del mondo. Noi facciamo coincidere questo con l’inizio dell’era giudaico-cristiana che si caratterizza dell’essere con Dio e dal ruolo che prende la ragione. I giacobini fecero della ragione una dea, come dei Soros ante litteram.

Dio per il cristianesimo si trova associato all’origine del mondo distinguendo tra essere creato ed essere incerto. Nella bibbia Iahvé non è solo il dio unico, ma anche nel senso dell’alterità assoluta, Cioè è altra cosa dal mondo. Come ha fatto notare Gogarten in “ Destin et esploir du monde moderne” il processo di desacralizzazione inizia con l’affermazione che il cosmo distinto da Dio, e quindi il cosmo si trova ad essere svuotato di tutte le forze vivificanti che il paganesimo vedeva manifestarsi in esso.

Per la Bibbia Dio non si manifesta più attraverso le potenze naturali, quindi la natura, non ha più nulla di sacro. La verità assume il significato morale dell’essere conforme ai precetti divini. Fuori da detti precetti non vi è più nulla di sacro in sé, viene quindi percepito come profano, quindi negativo rispetto all’intelletto divino. Viene scisso ogni legame di solidarietà tra natura e sovranatura.
Questa è l’origine del materialismo odierno.

Laddove il paganesimo costruiva ponti tra la natura, l’uomo e la divinità, il monoteismo biblico produce fratture, che all’uomo è proibito sanare. Iahvé proibisce il mescolarsi tra il cielo e la terra, fra gli uomini ed il divino, tra gli umani e gli altri essere viventi, infine tra Israele e le “nazioni”, solo l’entità sionista è la giusta, è cara a Iahvé, le altre nazioni, i popoli delle altre nazioni esistono solamente per essere schiavi di Israele, in fondo loro, noi, siamo solo animali. Ma non chiamateli razzisti.

Ogni forma di religiosità naturale, che concepisce la co-appartenenza di Dio e dell’uomo al medesimi essere, così come ogni culto reso agli Dei del Mito, verrà denunciato come idolatria così come ogni sentimento del sacro, ogni legame tra l’uomo e il divino.
Nella Torah troviamo non tanto di riconoscere Iahvé ma di abiurare gli “idoli”, per loro meglio essere atei che idolatri. Su queste basi chi viola i precetti noachidi non è un essere umano come afferma Emile Touati: la missione di Israele è che questi principii vengano rispettati, come a Gaza.
Il sacro implica l’idea del far vedere come nel mito e nel logos. Ora la bibbia afferma che il divino, non essendo di questo mondo,non può farsi vedere.

Etimologicamente l’idolo è “ciò che si offre alla vista” . Nel divino viene simultaneamente reso presente e nel contempo indotto a ritrarsi, cioè esso è la’ senza che la sua presenza si esaurisca in quel la’. Citando Heidegger: Dio è presente nel tempio. Questa presenza del Dio è, in se stessa, l’estendersi e il debilitarsi del recinto in quanto luogo sacro…è il tempio che, con il suo porsi, conferisce alle cose il loro aspetto, agli uomini di vedere se stessi… ciò vale per la statua del Dio, che l’atleta vittorioso gli consacra, non si tratta di una rappresentazione del Dio, destinata a fissare le idee sul suo aspetto esteriore, bensì di una opera idonea a far giungere alla presenza il Dio stesso”.

Jung ha messo bene in evidenza il legame esistente tra l’anima e le immagini, in virtù della mediazione del sacro. Mentre per l’ebreo Freud si tratta di un sintomo patologico, per Jung in quanto archetipo, essa è costruttiva del pensiero più alto.
Nella Bibbia troviamo assimilazione all’idolatria della bellezza. Kalòs kagathòs, bello e buono, infatti per i greci non era possibile associare la bellezza al male, perché non era possibile il riconoscimento della pienezza dell’essere senza l’epifania della bellezza. Mentre il giudeo cristiano è preoccupato che la bellezza non contraddica la morale. Da qui si può comprendere bene come l’ideologia Woke faccia propri questi principii biblici in quanto odii qualsiasi cosa o persona che possa dare una idea ( per loro malvagia) di bellezza.

Quindi possiamo vedere come l’odierno mondo al contrario abbia lontane origini, non diremo religiose in quanto atee e ideologiche come la pedofilia elogiata nella Torah quando afferma che un ebreo possa avere rapporti sessuali con una bambina di tre anni.
Ma tutto questo il Dominio e il mainstream non ve lo fanno sapere.

Francesco Torriglia

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