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di René-Henri Manusardi December 03, 2024

  “L’eternità del mito s’incarna nella lotta”, è stato uno slogan di ordine epico, storicamente usato nei cortei, nelle manifestazioni politiche e poi nei concerti: esso, a tutti gli effetti, rappresenta una visione del mondo (weltanschauung) fortemente ispirata alla dottrina di Julius Evola che ha caratterizzato e che ha attraversato – insieme alle richieste di giustizia sociale anticapitalista e corporativa – il percorso metapolitico della Terza Teoria Politica (3TP) in Italia, dagli inizi dell’ordinovismo e dell’avanguardismo nazionale per proseguire poi nei decenni successivi con Lotta di Popolo, Terza Posizione, Meridiano Zero, Forza Nuova, Casa Pound e diversi altri gruppi minori della costellazione nazionalpopolare, ed infine giungere con spirito indenne e animo saldo alle soglie della Quarta Teoria Politica (4TP) con la sua idea di Imperium.

La pulsione profonda di questo slogan, di questo motto metapolitico apparentemente immune da impurità e compromessi, il quale ha attraversato il percorso storico e caratterizzante della Terza Teoria Politica italiana ancor prima della ribellione studentesca degli anni ’60 per giungere illibato fino al giorno d’oggi, esprime un desiderio profondo plurigenerazionale a vocazione esemplarmente europea: quello della nascita o, meglio, dell’insorgenza di una nuova aristocrazia metapolitica guerriera. Una nuova e vaticinata élite capace di ridonare all’Italia e all’Europa una posizione di libertà attraverso la liberazione dall’occupazione USA che si protrae ormai dal secondo dopoguerra, di indipendenza, di rispetto e di forza all’interno del nuovo mondo multipolare che va formandosi attualmente con sempre più rapida velocità; nonché fautrice di un ripristino della giustizia sociale e della libertà economica familiare e dei corpi intermedi dall’aggressione fiscale dei patti di bilancio della Commissione UE, così come dal devastante e distruttivo pressing del potere finanziario e delle grandi multinazionali.

Stiamo qui parlando del Deep State, della Matrix ultra orwelliana che oggi vuol decidere della vita e della sorte delle persone e degli Stati, che trova nel World Economic Forum (WEF) la sua più eminente espressione e che si esprime a livello politico strategico attraverso un satanico connubio tra liberalismo totalitario e comunismo economico, tendente consapevolmente a: ridurre le società in masse informi di diseredati; diminuire la popolazione mondiale attraverso guerre, virus e vaccini a favore di robot e cyborg subumani; divorare il risparmio, il lavoro, la creatività e l’ingegno dei popoli e delle nazioni europee, obbligando gli Stati membri della UE ad una egemonica sottomissione nel nome della perdita consapevole della propria sovranità nazionale, a favore della BCE e della Commissione UE, organi alieni al Diritto dei Popoli, completamente controllati e diretti dallo stesso Deep State.

Nel panorama di disgregazione totalitaria postmoderna, il desiderio di una nuova aristocrazia metapolitica guerriera resta sicuramente una nobilissima aspirazione forse capace di dare un senso alla vita e all’azione microsociale di quella composita e ancora vitale minoranza metapolitica della 2TP/3TP ossia socialista/patriottica avversa al Deep State, ma altrettanto tale aspirazione si dimostra essere una magnanima utopia. Per usare una metafora filosofica, quella del capovolgimento marxista nei confronti dell’idealismo hegeliano ossia da “tutto è Idea” a “tutto è Materia” (che ha dato origine al materialismo dialettico e al materialismo storico), noi osiamo affermare con umiltà ma con altrettanta determinazione che – alle soglie della Quarta Teoria Politica e per entrare antropologicamente nella Quarta Teoria Politica – non sia necessario vaticinare e operare per la nascita di una nuova aristocrazia metapolitica guerriera, bensì urge e si fa assolutamente necessaria la nascita di una nuova Aristocrazia dello Spirito, dettata appunto dalla nascita del Soggetto Radicale proprio della metafisica duginiana, testimone del Sacro e suo realizzatore.

Quindi, il motto di ispirazione evoliana “L’eternità del mito s’incarna nella lotta”, usando a rigore la techne e la praxis marxiste necessita esser capovolto nel motto di ispirazione ascetica realista e neoplatonica “Nella lotta della carne il mito dell’eternità”. Senza Aristocrazia dello Spirito infatti non c’è ascesi e senza ascesi non v’è Soggetto Radicale e senza Soggetto Radicale non potrà mai più esserci una conseguente aristocrazia metapolitica guerriera. Solo l’ascesi, solo la lotta contro se stessi nel superamento di ogni ostacolo interiore ed esteriore, ascesi unita al grande silenzio della mente, un silenzio profondo e adoratore, solo ascesi e silenzio dunque risvegliano l’anima, sono in grado di risvegliare l’anima che è immagine di Dio.

E nell’anima risvegliata nell’inferno del Postmoderno, si eleva infine, davanti alla Presenza del Divino che si rivela, l’autocoscienza del Soggetto Radicale, autocoscienza mossa dallo Spirito di Dio, consolata dal Paraclito e agente come angelo nella carne che fa rivivere il mito originario che è quello dell’eternita, del governo cosmico di Dio anche sopra madre Terra, nella sequela dell’Arcangelo Michele e delle sue schiere. Solo dall’Arcangelo Michele e dal Soggetto Radicale origini rispettivamente angelica e umana di una vera Aristocrazia dello Spirito, potrà infine originarsi con sicurezza e certezza anche una conseguente aristocrazia metapolitica guerriera e far sì che anche l’eternità risplenda nel mondo alla fine dei Tempi.

Serve dunque non confondere il fine con i mezzi, la luna col dito che guarda la luna… perché senza lo Spirito di Dio nulla è possibile e con lo Spirito di Dio nulla è impossibile…



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