Alessandro Giuli, quando ha detto, rivolgendosi alla dirigenza di Fratelli d'Italia, che occorre uscire dalla palude fascista, ha detto una cosa che lui , data la sua personale cultura, sa essere una falsa dialettica o meglio un dibattito anacronistico. Infatti l'esigenza di uscite dalla gabbia del neofascismo ebbe inizio alla fine degli anni Sessanta con vari movimenti della galassia post neofascista. Era il movimento studentesco di Giurisprudenza , che era stato il Fuan Caravella e che con una scissione dal partito si era trasformato un Nuova Caravella assumendo posizioni meno atlantiste e di contestazione dell'ordine di Yalta. Esisteva inoltrato Primula Goliardica che sembrava essere più intraprendente di Nuova Repubblica di cui era espressione. Esistevano altri minuscoli movimenti come la Giovane Europa che non si identificavano più col nostalgismo neofascista. In seguito la Nuova Destra nacque da queste esigenze culturali e discutere di politologia senza parlare di fascismo e di antifascismo ma andando oltre. Questo per dire che il discorso che Giuli presente come di rottura è un discorso Vecchio di più di mezzo secolo. Sappiamo che ci sono sacche di persone a cui basterebbe dichiararsi fascisti ma non è la componente che culturalmente ha qualcosa da dire. La contestazione della linea dell'attuale Destra italiana non verte sul fascismo. Ciò che è messo in discussione dagli oppositori non di Sinistra, è la posizione neoliberista, di avvicinamento addirittura all'anarcocapitalismo di Milei. Viene contestato un atlantismo di maniera e strumentale che ricorre all'anticomunismo come la Sinistra più incolta ricorre specularmente all'antifascismo. Viene contestato l'avvilimento dello Stato sociale e dello Stato stesso. Si contesta alla Destra attuale non il distacco dal fascismo ma la carenza di sovranità che per paradosso sembrava più presente nella prima Repubblica.


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