
Ciò che distingue non è se si è ricchi o poveri, se si è di destra o di sinistra, del nord o del sud, dell’est o dell’ovest, bensì se nello spirito si è aristocratici o plebei.
Si è aristocratici quando la propria natura spinge affinché venga trovato un senso alla propria esistenza, un senso talmente alto da essere in grado di dare significato a ogni gesto compiuto e anche alla morte. È la natura dello spirito aristocratico che spinge a coltivare l’eccellenza interiore ed esteriore, la disciplina, la cultura, il senso estetico, l’autonomia di pensiero, la conoscenza, la profondità etica e spirituale, e la tensione costante a essere sempre combattivi.
Si è plebei, invece, quando si rinuncia a pensare in profondità e ci si appiattisce sul conformismo, sull’opinione comune e sull’utile immediato; quando viene rifiutata la fatica del pensiero e la spinta a migliorarsi come persona; quando la cultura, l’etica e la spiritualità non hanno nessun valore e l’unica cosa che conta è soddisfare i propri impulsi e le proprie bramosie; quando si vive di paure e si fa di tutto per evitare il combattimento, elogiando comportamenti vili.
Oggi siamo governati dai plebei dello spirito, questo è evidente ovunque.
Ma ciò che conta è prendere coscienza di questa distinzione e comprendere che, se sentite di avere uno spirito aristocratico, non siete voi in errore: è questa epoca di decadenza, che esalta ciò che è basso, a essere quanto di più lontano dalla natura vostro spirito.
Di👉🏻 Michele Putrino

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